Il calcio nei bairros portoghesi di Rafael Leão

Almada guarda in faccia Lisbona, dall’altro lato del Tago; alle sue spalle, scendendo nell’entroterra verso sud, sulla strada per Setúbal, si entra nei quartieri più periferici e poveri della capitale portoghese: Jamaica, Princesa, Cucena, i bairros della zona di Seixal, dove peraltro sorge l’importante scuola calcio del Benfica. Quartieri molto popolosi, a forte immigrazione, spesso degradati, che sono alcune delle zone socialmente più problematiche del Portogallo. È questo lo scenario che ha dato i natali a Rafael Alexandre da Conceição Leão, nato proprio ad Almada nel 1999 ma cresciuto di fatto a Jamaica, e che oggi gioca come attaccante nel Milan.

Continua a leggere “Il calcio nei bairros portoghesi di Rafael Leão”

L’avventura europea della squadra di Solidarność

Quella dei sedicesimi di finale della Coppa delle Coppe 1983-84 era una sfida che fin dal sorteggio si sapeva avrebbe avuto poco da dire: da un lato la Juventus, la corazzata allenata da Giovanni Trapattoni che solo pochi mesi prima aveva giocato la finale della Coppa dei Campioni; dall’altro lo sconosciuto Lechia Gdańsk, una sorta di favola sportiva in salsa polacca che aveva da poco ottenuto la promozione in seconda divisione. A riprova di ciò, l’andata a Torino si era conclusa con un perentorio 7-0 e, dopo soli 17 minuti dal fischio d’inizio della gara di ritorno, Beniamino Vignola aveva portato ulterormente avanti i bianconeri. Ma nell’intervallo, mentre le squadre stavano negli spogliatoi, un coro iniziò a levarsi dal pubblico di casa; “Ci fece venire i brividi – dirà il giovane allenatore dei polacchi Jerzy Jastrzębowski – L’intero stadio stava gridando Solidarność“. Non abbastanza per cambiare il corso della sfida, ma sufficiente forse per quello della Storia.

Continua a leggere “L’avventura europea della squadra di Solidarność”

Il calcio ha un problema con gli stupri | Note aggiuntive

Nelle scorse settimane è uscito un articolo del sottoscritto su Valigia Blu che analizzava il problema della cultura dello stupro nel calcio, partendo dal caso di Greta Beccaglia e andando a toccare altri episodi noti, come le accuse di stupro contro Cristiano Ronaldo e Robinho. Il focus era in particolare sull’ambito italiano e su come i media trattano generalmente questo genere di notizie. La questione della cultura dello stupro nel mondo del calcio è però molto più ampia e profonda, ed è un problema purtroppo più serio di quello dello sguardo giornalistico. Per questo necessitava un ulteriore approfondimento.

Continua a leggere “Il calcio ha un problema con gli stupri | Note aggiuntive”

Non c’è mai stato nulla di divertente in Massimo Ferrero

Bene o male, il mondo dei media italiani sembra essersi accorto che Massimo Ferrero è un delinquente. Alla buon’ora, verrebbe da dire. L’arresto avvenuto in settimana ha costretto tutti a parlare degli affari sporchi del proprietario della Sampdoria, imprenditore immerso nei debiti e già accusato di sottrarre soldi alle casse del club per coprire le perdite delle sue altre aziende. Verrebbe da chiedersi perché non ce ne si è resi conto prima, visto che letteralmente lo stesso giorno in cui acquistava la Samp (12 giugno 2014) patteggiava un anno e dieci mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta. In questi sette anni nel calcio, che lo hanno portato da un relativo anonimato alla ribalta nazionale, è stato coccolato acriticamente dalla stampa e dalle televisioni, bisognosi delle sue bizzarre trovate necessarie a catalizzare l’attenzione del pubblico.

Continua a leggere “Non c’è mai stato nulla di divertente in Massimo Ferrero”

Il Sassuolo e la favola di Confindustria

“Favola” è il termine che più si sprecava sulle pagine dei giornali, nel giugno 2013, quando il Sassuolo – club di una cittadina industriale di 40.000 abitanti nei dintorni di Modena – conquistava per la prima volta nella storia la Serie A. Solo sette anni prima stava in Serie C2, nel 1998 giocava tra i dilettanti, e adesso era uno dei progetti sportivi più interessanti d’Italia; per qualcuno si tratta del corrispettivo locale del RB Lipsia, ma quando il Sassuolo arrivava nella massima serie italiana la squadra della Red Bull otteneva solo la promozione nella terza divisione tedesca. I punti di contatto però non mancano, ad esempio entrambe le società sono in mano a importanti imprenditori di livello internazionale. Solo che forse sarebbe il Lipsia a essere il Sassuolo di Germania.

Continua a leggere “Il Sassuolo e la favola di Confindustria”

Tabárez, un simbolo sociale in Uruguay

“Il calcio è di destra, noi allenatori di sinistra siamo vittime della legge del risultato, che fa sì che il calcio sia conservatore. Essere progressisti significa superare la gabbia del risultato. A sinistra c’è l’Utopia: lavorare a un progetto e cercare di realizzarlo andando oltre le sconfitte.”

Óscar Washington Tabárez
Continua a leggere “Tabárez, un simbolo sociale in Uruguay”

Pablo Escobar Football Club

Per arrivare al campo da gioco, bisognava farsi trovare a Medellín. Lì arrivava un’auto blindata a recuperarti, di quelle coi finestrini scuri e robusti figuri armati alla guida. L’automobile attraversava la città diretta a sud, tagliando a metà il barrio di Envigado e iniziando a salire su per sentieri di montagna, fino a raggiungere una cima sovrastata da una villa bassa, affiancata da un campo da calcio recintato. Tutta la struttura era stracolma di guardie: arrivando lì, Diego Armando Maradona si domandò se non fosse stato arrestato da qualche corpo di polizia segreta colombiano. Gli spiegarono che il posto era davvero una prigione, costruita per una persona sola, la stessa che lo pagava per venire lì a giocare. Tutti chiamavano quell’eremo La Catedral.

Continua a leggere “Pablo Escobar Football Club”

La radicalizzazione di Matt Le Tissier

Pochi giocatori hanno incarnato il calcio inglese degli anni Novanta quanto Matthew Le Tissier, o Matt Le God, fenomenale giocoliere dal fisico totalmente sgraziato, per 16 anni simbolo del Southampton. Nell’epoca in cui sorgeva la Premier League, un campionato zeppo di stelle internazionali e allenatori rivoluzionari, Le Tissier tenne l’Inghilterra ancorata a una tradizione di iconici campioni di provincia, capaci di stabilire record su record senza vincere un trofeo e vestendo la maglia della Nazionale solo per delle comparsate. Una delle più sincere figure romantiche del calcio contemporaneo, al punto che non si vorrebbe credere che sia la stessa persona che oggi vaneggia sui social di complotti e altre baggianate destrorse.

Continua a leggere “La radicalizzazione di Matt Le Tissier”

Gudmundsson, l’islandese del Milan che voleva essere Presidente

Nel 1975, il mondo si ritrovò quasi inconsapevolmente sull’orlo di una grave crisi politica originata in un remoto angolo del Nord Europa: l’Islanda contestava al Regno Unito lo sfruttamento di zone di pesca nel Mare del Nord che riteneva spettassero a lei. La faccenda poteva sembrare cosa di poco conto, se non fosse che il governo islandese minacciava di chiudere la base militare di Keflavík, ritenuta dalla NATO un risorsa fondamentale in caso di una guerra contro l’Unione Sovietica. Tra i membri della maggioranza parlamentare che sostenevano la radicale azione islandese c’era anche il 51enne Albert Guðmundsson, deputato eletto per i liberali del Partito dell’Indipendenza (il Sjálfstæðisflokkurinn) e una delle persone più famose del paese: era stato infatti il più grande calciatore della storia islandese.

Continua a leggere “Gudmundsson, l’islandese del Milan che voleva essere Presidente”